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Sassonia, spiaggia inquieta

Via del Bersaglio è un luogo della memoria, un luogo uno spazio remoto nell’urbanistica di Fano tanto da essere destinato ad attività “rumorose: ex poligono di tiro utilizzato dai militari della Caserma Paolini che per l’accoglienza era detta Albergo Paolini, ex pista dei go kart e sede estiva di luna park itineranti.

La natura stessa della spiaggia Sassonia, costantemente erosa e riapasciuta, rimodellata dai venti e dalle piogge, offre un’immagine opposta al placida spiaggia sabbiosa del Lido.

Negli anni, la Sassonia ha mantenuto costante solo il nome a differenza della spiaggia del Lido che in epoca coloniale era stata nominata Libia: si è persa nel tempo l’associazione geografica della località tedesca ed è emersa quella con il litorale ghiaioso.

I fanesi si dividono in due fazioni, chi va al mare al Lido e chi alla Sassonia, ovvero chi preferisce stendere l’asciugamano sul morbido della sabbia e chi sfida le asperità del terreno per tornare a casa “pulito”.

Sulla sabbia prevale il contesto familiare, salottiero, dove la comodità e la tradizione prevale sul contatto diretto sulla natura.

Sui sassi la fruizione è più spartana, informale, selvaggia e solitaria dove i runner e i praticanti del windsurf lasciano spazio nella notte ai pescatori dalla costa.

In queste due nature in fondo sta tutta l’essenza del mare e della sua capacità di parlare direttamente allo spirito, sia nei momenti di bonaccia, sia in quelli di burrasca.