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Bonura, una vita per il giornalismo

Testo: Alessandro Zacconi, Avvenire, 14 luglio 2018

Finalista al premio Strega con il romanzo Per partito preso e vincitore del premio Buzzati con la raccolta di racconti La castità dell’ospite, la carriera di Giuseppe Bonura è legata soprattutto alla sua attività di giornalista all’Avvenire.

In occasionale del decennale della sua morte, il 14 luglio 2018 Alessandro Zacconi ricorda così l’autore fanese sulle pagine del quotidiano Avvenire:

«Chissà se Giuseppe Bonura se l’era immaginato così, il mondo dieci anni dopo di lui. Con il tempismo un po’ beffardo e molto rivelatore che sempre lo ha contraddistinto, Beppe è morto a Milano il 14 luglio del 2008, nell’anniversario della presa della Bastiglia, dopo una lunga lotta contro una malattia che aveva in parte rallentato, ma non interrotto il suo paradossale attivismo di pigro confesso. Era una delle leggende che più gli piaceva alimentare, quella dell’immancabile pisolino pomeridiano che in realtà andava a compensare le fatiche di un poderoso lavoro notturno suddiviso tra lettura, scrittura e pittura. L’ironia, declinata anzitutto verso sé stesso, era lo strumento di cui Bonura si serviva più volentieri. Doveva aver imparato fin da piccolo, lui che era nato a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, il 25 dicembre del 1933 e che quindi un compleanno vero e proprio non l’aveva mai avuto. Eppure quelle due date, estreme in ogni senso, lo descrivono alla perfezione: il cristianesimo e l’illuminismo, l’intuito per il mistero e la ricerca di una risposta razionale. Per qualcun altro sarebbe una contraddizione, per lui era un modo – il suo – per guardare alla realtà».