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La Confraternita del fico

Non esistono colleghi tra marinai. Le difficoltà di condividere quotidianamente fatiche e pericoli instaura legami di sangue che perdurano anche sulla terra terraferma. Il conoscente diventa “cugio”, o cugino, l’amico intimo “frate”.

I passatempi preferiti di questi compagni di mare sono i racconti iperbolici e i litigi, il questionare su fatti, sguardi e mezze parole su cui magari sono trascorsi decenni.

Gli pensionati hanno addirittura due panchine riservate a ridosso del porto, quella sotto il porto, riparata dai venti di mare e dalla pioggia, è la Sede invernale della Confraternita del fico, sul lato opposto della strada sorge la Sede estiva.

Quando non si grida per soldi, lavoro e politica, si parla invece bisbigliando di cibo o di donne.

Segrete sono le ricette di famiglia per la preparazione di un’ottima moretta, bevanda liquorosa al caffè, o del brodetto di pesce. Riservate le confidenze di amori segreti o di avventure giovanili nelle osterie o nella casa chiusa del porto.